DOTAZIONE D'ORDINANZA

Anna Perotti

Una volta riposto l'ultimo dei suoi pochi effetti personali nell'armadio, il cadetto Spock si guardò intorno, cercando ancora una volta di acquisire un minimo di familiarità con la stanza, che, per la durata dell'intero anno accademico, sarebbe stata il suo alloggio. Erano ormai trascorse più di due ore - due ore, sedici minuti e quarantasei secondi - da quando aveva varcato la soglia per la prima volta e aveva preso possesso della camera assegnatagli, ma l'ambiente continuava ad apparirgli estraneo e ostile. Mentre toglieva le sue cose dal baule e le sistemava nei cassetti e nell'armadio, aveva inciampato cinque volte nel tappeto e tre volte nella sedia, che erano collocati in modo completamente differente dai corrispondenti oggetti nella sua stanza di Shi-Kar. Tutta la stanza era diversa, più stretta e arredata in modo più dozzinale, e la disposizione dei mobili sembrava del tutto irrazionale. Per un momento considerò la possibilità di spostarli, ma un rapido calcolo delle dimensioni del mobilio in rapporto allo spazio disponibile, lo convinse ad abbandonare il progetto e a riconsiderare la sua prima valutazione: razionale o no, quella disposizione era l'unica possibile, a meno di non voler piazzare l'armadio contro la finestra e il letto davanti alla porta del bagno. Passò quindi ad esaminare le sue prospettive per il resto della giornata.

Aveva già scartato la possibilità di avventurarsi fino alla mensa per la cena. Aveva dovuto affrontare un numero sufficiente di situazioni illogiche e assolutamente incomprensibili, per quel giorno, e non se la sentiva di sedere in una sala affollata da rumorosi e scomposti alieni, per il tempo necessario a consumare un pasto. Chissà poi cosa gli sarebbe toccato mangiare? In ogni caso, sua madre lo aveva dotato di una scorta di viveri sufficiente a rinviare la necessità di quell'esperienza per diversi giorni. Ciò lo indusse, per la seconda volta in pochi minuti, a riconsiderare un giudizio espresso in precedenza. Quando sua madre aveva insistito perché portasse con sé tutta quella roba da mangiare, lui aveva protestato energicamente contro quella illogica premura materna. Ora, era costretto a riconoscere che quell'idea si stava rivelando vantaggiosa. Questo lo fece sentire ancora più a disagio: aveva appena lasciato Vulcano e già stava perdendo la capacità di valutare logicamente le cose? Prima di ritrovarsi ad ammettere che suo padre aveva avuto ragione ad opporsi alla sua scelta, si sforzò di concentrare tutta la sua attenzione su ciò che aveva ancora da fare. Fece di nuovo girare lo sguardo per la stanza. L'anta dell'armadio, evidentemente non chiusa bene e mal bilanciata, si era nuovamente spalancata e lo specchio all'interno gli rimandò la sua immagine, lievemente distorta. Indossava ancora gli abiti civili che aveva portato durante il viaggio. Ecco cosa doveva fare: procurarsi l'uniforme dell'accademia. Dopo aver studiato attentamente la mappa dell'istituto sul computer, uscì e si avviò verso la fureria, che si trovava nel blocco servizi.

Mezz'ora più tardi era di ritorno, le braccia cariche di pacchi, come certi personaggi che aveva visto su un vecchio libro illustrato di sua madre. L'unica differenza era che quelli erano sempre preceduti da un'elegante signora. Il fatto che lì non ci fossero signore gli procurò un illogico conforto. Scaricò poco cerimoniosamente i pacchi sul letto, poi, seguendo scrupolosamente le istruzioni del furiere, infilò il nastro che gli era stato consegnato, nel lettore del computer e cominciò a controllare l'inventario dei suoi beni.

"Qualunque oggetto mancante o danneggiato va segnalato all'ufficiale di picchetto entro quarantacinque minuti o ti sarà addebitato!" Spock aveva tentato di far rispettosamente osservare che sarebbe stato più logico effettuare quel controllo insieme allo stesso sottufficiale che gli aveva consegnato la roba, prima di lasciare la fureria. Lo sguardo che aveva ottenuto in risposta lo aveva immediatamente dissuaso dall'insistere.

Con voce monotona, il computer cominciò la recita:

"Due uniformi ordinarie complete, ciascuna composta da una casacca, una camicia, un paio di calzoni. Verificare la taglia."

Spock fu sorpreso di constatare che, a parte una certa goffaggine dovuta alla grossolanità del taglio, le uniformi si adattavano discretamente alla sua corporatura, nonostante le sole misure che gli erano state prese fossero state l'altezza, il numero di scarpe e la circonferenza cranica. (A cosa poteva mai servire la circonferenza cranica? Il cappello a complemento delle uniformi non si usava più da oltre un secolo!).

"Due uniformi da lavoro."

"Un'uniforme di rappresentanza con képi" (Ecco a cosa serviva la circonferenza cranica!) "e cinturone, senza sciabola."

"Un paio di stivali." (Nonostante il numero fosse quello giusto, facevano piuttosto male!)

"Due tute da ginnastica."

"Una cappotta pesante." (Cappotta?) Il computer confermò: nessun errore.

"Un paio di scarpe da ginnastica." (Queste andavano un po' meglio!)

"Dodici paia di calzini di cotone lunghi."

"Dodici paia di calzini di lana lunghi."

"Dodici fazzoletti con stemma dell'Accademia ricamato nell'angolo."

"Dodici canottiere; sei di cotone e sei di lana."

"Dodici paia di mutande modello boxer." (Il numero dodici avrà qualche significato simbolico nelle tradizioni della Flotta Stellare?)

"Quattro sospensori." (Oh questa poi!)

L'elenco andò avanti ancora per un bel pezzo, passando dai capi di vestiario agli accessori, con una serie interminabile di cinture, fondine, giberne, attrezzi, razioni d'emergenza, materiali di pronto soccorso, fino ad arrestarsi sull'ultimo articolo:

"Dotazione sanitaria standard." (Prego?)

"... Dotazione sanitaria standard." Ripeté il computer, non ricevendo il comando di conferma. Spock rigirò fra le mani l'unico oggetto rimasto. Era un pacchetto di cartone sintetico leggero, di colore azzurro, con una scritta nera, assolutamente incomprensibile. Diceva:

24 pezzi, in puro lattice,

elettronicamente testati

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Protezione totale

Sicurezza garantita

 

E sotto, in caratteri notevolmente più piccoli:

Non si risponde di confezioni aperte o danneggiate

 

"... Dotazione sanitaria standard." Insisté ancora il computer. "L'oggetto risulta mancante?" continuò, non ricevendo ancora risposta. "La carenza è stata registrata. Si attende conferma per l'inoltro del rapporto all'ufficiale di picchetto."

(Rapporto? Ufficiale di picchetto?)

"Computer, sospendi la procedura!" Ordinò Spock, finalmente riscuotendosi.

"Procedura sospesa." Rispose il computer. Se non fosse stato assolutamente illogico, Spock avrebbe detto che aveva un tono vagamente deluso.

"Fornire una descrizione dettagliata di 'Dotazione sanitaria standard'"

"Confezione in PVKL-612 da 0,75 mm, contenente 24 pezzi in puro latt ..."

"Descrizione sufficiente."

Spock schiacciò il tasto di conferma e chiuse l'inventario, inviandone una copia al terminale della fureria, come gli era stato insegnato. Quindi sedette sul pavimento ed esaminò nuovamente la scatoletta. "Non si risponde di confezioni aperte o danneggiate." Tuttavia, qualunque fosse la funzione dei 24 pezzi in puro lattice, elettronicamente testati, era alquanto improbabile che essi potessero svolgerla restando chiusi dentro la scatola. L'avvertimento doveva riferirsi allo stato della confezione prima che il legittimo proprietario ne prendesse possesso.

Cautamente, ruppe il sigillo e aprì l'involucro. Una piccola pioggia di pesciolini d'argento gli cadde in grembo. Naturalmente non si trattava di pesci (di dove mai gli era venuta quell'immagine? Non c'erano pesci su Vulcano! ... Probabilmente il ricordo inconscio di qualcuna di quelle animazioni, con cui sua madre soleva intrattenerlo, quando era ancora un bambino piccolo!).

Ne raccolse uno e lo sollevò all'altezza degli occhi, per osservarlo bene: non era affatto di lattice, sembrava piuttosto una specie di carta stagnola, molto spessa. Sulla superficie argentata, piccoli caratteri rossi, disposti in righe oblique, ribadivano, sia pure in forma più sintetica, i concetti esposti all'esterno della scatola. "Puro lattice", "Protezione totale". Ma protezione da cosa? Tastò delicatamente il piccolo involto lucente, cercando di indovinare la forma dell'oggetto all'interno, ma quell'esplorazione non gli fornì alcuna informazione utile. Niente da fare! Se voleva capire di che si trattava, doveva aprirne uno ... Dopo tutto gliene sarebbero sempre rimasti 23!

Quasi avesse voluto onorare fino all'ultimo il suo ruolo protettivo, l'involucro oppose una fiera resistenza, ma, alla fine, si arrese alla forza vulcaniana e Spock, sempre più sconcertato, si ritrovò in mano una specie di cappuccio di lattice, pendente da un anello, che, ad un esame più approfondito, risultò essere la continuazione del medesimo cappuccio, arrotolata su se stessa. Esitante, Spock provò ad infilarci un dito, ma la misura non era quella giusta. In effetti, forma e dimensioni sembravano più adatte a ... Illogico!

Frustrato, fu sul punto di rinunciare ad ulteriori investigazioni, quando lo sguardo gli cadde su un foglietto strettamente piegato, che giaceva per terra, accanto alla scatola abbandonata. Doveva esserne scivolato fuori, senza che se ne accorgesse, quando l'aveva lasciata cadere.

Con rinnovata speranza, lo raccolse, lo aprì lentamente e si immerse nella lettura.